Sunday, February 15, 2015

INVITO/TerraeMotus[voci,traccia] - Installazione site specific@RialtoSantAmbrogio - 22/02 - dale ore 19


TerraeMotus [voci, traccia]
Installazione  I   Performance  I   Suoni   I   Visioni
Site specific  I  Rialto Sant’Ambrogio   I   22/02/2015 - dalle ore 19
a cura di Fabio Orecchini

 
L’atto poetico come funzione_finzione rammemorante, oscillazione e scarto che apre al senso del presente, contagiato_ricontamina il passato, nella forma aporetica del dialogo mancante -inutile dire, inutile non dire- omesso il vero, il verso: come porsi nell’abisso_l’epicentro, tracciare un nesso, col mondo della realtà superstite, la memoria estromessa: tenere a mente non occorre, cosa occorre ? ricucire la frattura, lo iato tra rimozione e rigenerazione, tra scrittura e storia, la faglia emersa della gola: spalancare la bocca, seppur l’ultima, inseppellibile che slarga, rantola, si fagocita nel dirsi: sondare i buchi con l’orecchio, le porte di legno, toccare con mano la ferita, che rimargina e riapre, non resta, essere un tramite tremante, un mantra terrestre, voce trapassata, che trapassa, occultata traccia del remoto, della terra il moto : l’Aquila estinta, la città che sprofonda nel giorno, infinito tendere e tenere di mani, con mani, questo scavare, continuo come di cani, in un infinito presente.


Il Rialto immaginato come paesaggio/passaggio [ visivo/semantico/sonoro ] di rimemorazione che sedimenta_si dimentica, sequenza di bocche per voci mancanti,  allegoria dell’odierno luogo “comune”: il nostro tempo, che non da scampo, e come un forcipe attrae_sottrae vita, verità e vita.

TerraeMotus, poesia contemporanea ritrasmessa-riconnessa-relata, ad aprire la seconda stagione dei Giardini d'Inverno, rassegna che quest'anno, oltre ai consueti appuntamenti al Cinema Palazzo "Sala Vittorio Arrigoni", avrà una sua sede meticcia, aperta agli sconfinamenti e alle commistioni fra le arti, nello spazio che da sempre occupa un ruolo centrale per la ricerca dei nuovi linguaggi della contemporaneità a Roma, il Rialto Sant'Ambrogio.


Artisti coinvolti :
Fabio Orecchini/poeta, ideazione e cura  I  Kate Louise Samuels/performer  I  Pane/musiche e voce   Marco Vitale/video  I  Alessandro Morino/artista
  a seguire – dalle ore 21:00


Pane [Live Acustico]
Claudio Orlandi/voce
Vito Andrea Arcomano/chitarra acustica
Claudio Madaudo/flauto traverso

Pane, folk impregnato di radici jazz, colta, etnica e palpabili impronte progressive. Un folk-rock prima del rock, acustico ma scosso da un'energia che presagisce elettricità, il lirismo che si nutre di inquietudini antiche come base e sfondo di una crisi contemporanea; ogni brano un atto di questa tragicommedia umana troppo umana appesa al filo della voce vibrante e stentorea di Claudio Orlandi, interprete dalla vasta e furibonda sensibilità che diresti discendere in qualche modo dalle evoluzioni terrigne e febbricitanti d'un Demetrio Stratos e di Tim Buckley.

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TerraeMotus[installazione/performance] + concerto Pane – Ingr. dalle ore 19 c/tess Arci + 5€ contributo artisti.
Evento realizzato nell’ambito della rassegna Giardini d’inverno a cura di Ivan Schiavone ed Emanuela Cherubini.
Rialto Sant’Ambrogio – Via di S.Ambrogio, 4 - Roma – http://www.rialtosantambrogio.it/


Una sequenza dal testo  "TerraeMotus" qui
Evento su facebook

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Note biobiblio

Fabio Orecchini (Roma, 1981)
Come autore realizza opere che attraversano diversi ambiti e media artistici rivolgendo la sua attenzione alle dinamiche linguistiche e culturali di incorporazione e bio-potere. Ha presentato i suoi lavori nei maggiori Festival italiani di poesia, al Museo d'arte contemporanea MAXXI, al Teatro Valle Occupato e al Teatro India di Roma.  Nel 2014 ha pubblicato per i tipi di Luca Sossella Editore l’opera testuale e verbosonora Dismissione collaborando con il progetto musicale Pane.

Maggiori info su:  http://www.fabioorecchinipoesia.wix.com/dismissione


Pane

Pane, formazione romana composta dal pianista Maurizio Polsinelli, il chitarrista Vito Andrea Arcomano, il batterista Ivan Macera, il flautista Claudio Madaudo e Claudio Orlandi alla voce, ha iniziato il suo percorso nei primi anni '90, sempre alla ricerca di uno stile personale, in forte equilibrio tra parola e musica. La centralità del testo è sostenuta da un tessuto musicale che trae le sue origini da diverse fonti, in particolare dall'epica rock, dalla ricerca pianistica del primo Novecento, dalla teatro-canzone, dal jazz, dal mondo della poesia sonora con appelli al progressive italiano.

Discografia:  Pane (2003), Tutta la dolcezza ai vermi (2008), Orsa Maggiore (2011), Dismissione(2014).

Sito web: www.progettopane.org